Racconti MARCO LONGHI scrittore writer

                      


ERIC E LARISSA


Un giorno, come tanti, di inizio Ottobre, per il mio lavoro mi trovavo in un paesino di montagna nei pressi di Cuorgnè in provincia di Torino e, come tutti i giorni, cercavo di darmi da fare nel proporre il mio prodotto.
Era mattina quando mi trovavo in un magazzino di un’azienda a conduzione familiare nell’attesa che arrivasse il titolare col quale avevo l’appuntamento.
Mentre aspettavo che sbrigasse un lavoro per poi dedicarmi il suo tempo, ad un tratto dalle scale, spuntò un bambinetto seguito dallo sguardo vigile di una donna. Presumo che lei fosse la nonna.
Il piccolo mi venne incontro con disinvoltura, sempre seguito dalla giovane nonna.
Ad occhio, il piccolo, non avrà avuto più di cinque anni. Aveva però uno sguardo deciso e spensierato.
-Ecco un bel bambino sano! - mi sono detto fra me e me. -Voglio chiedergli il suo nome. -
Biondino, occhi chiari con un’espressione furba di uno che sa già quello che vuole, mi si avvicina sorridendo (cosa molto rara per un bimbo di quell’età che incontra uno sconosciuto )
Lo saluto mentre gli porgo la mano come si usa fare fra persone adulte.
-Ciao!- gli dico - io sono Marco, e tu come ti chiami?-
Lui, con la massima disinvoltura mi stringe la mano e mi risponde:
-Mi chiamo Eric!-
-Che bel nome e che nome importante hai!- gli rispondo sorridendo cercando ancora lo sguardo e l’approvazione della sua orgogliosa giovane nonna.
Poi gli chiedo: -Quanti anni hai?-
-Cinque e mezzo!- risponde con fare deciso.
- Ah, ma allora sei grande! - dico io.
-Lo sai che io ho già la “Morosa” ?- mi dice lui con fierezza … e con occhi sorridenti.
-No!!! Ma davvero? Complimenti! E … come si chiama?- gli chiedo io sorpreso, con uno sguardo nuovamente rivolto alla nonna vigile e fiera-
-Larissa! Lei è più grande di me, perché va già a scuola! Eh, lei fa la prima …!-
-Ah beh sì! Lei e già grande, ma anche tu presto andrai a scuola, non è vero?-
-Sì, Io inizio l’anno prossimo, ma intanto, oggi pomeriggio quando torna, viene a trovarmi! Così possiamo giocare!-
-Certo, è una cosa molto bella!- Dico io, ma non riesco a dire più nulla, perché il piccolo m’incalza:
-Sì è molto bella e quando saremo grandi, io voglio sposarla!
Andremo in una grande chiesa e io le regalerò tantissimi fiori bianchi!-


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